21 de junho de 2012

Pochi Veneti sanno che...




I VENETI
Pochi Veneti sanno che… a scrivere la storia di Roma fu un Veneto, Tito Livio.

Pochi Veneti sanno che… la vittoria dei Romani contro Annibale fu per merito dei soldati Veneti.

Pochi Veneti sanno che… i Veneti hanno salvato Roma per ben tre volte – due volte contro i Galli e la terza nella loro guerra civile

Pochi Veneti sanno che… che la prima nave con i cannoni ai lati (Galeazza) fu una loro invenzione.

Pochi Veneti sanno che… che il simbolo “@” fu inventato da loro nel XI° secolo per questioni commerciali.

Pochi Veneti sanno che… che a Treviso si trova il testo più antico al mondo di algebra, “l’Abaco”.

Pochi Veneti sanno che… il gioco del calcio veniva praticato nel territorio della Serenissima già dal XV° secolo e che esisteva un vero e proprio campionato.

Pochi Veneti sanno che… il gioco del Tennis Veniva praticato nel territorio della Serenissima già dal XV° secolo.

Pochi Veneti sanno che… i fratelli Zeno scoprirono l’America prima di Colombo, e che quest’ultimo arrivò in America grazie ad una copia di mappe Venete.

Pochi Veneti sanno che… Elena Cornaro nasce nel 1646 e fu’ la prima donna laureata al Mondo.

Pochi Veneti sanno che… Il canale di Suez fu progettato da loro nel XVII° secolo.

Pochi Veneti sanno che… la costituzione e la giustizia USA hanno copiato le leggi della Serenissima – Benjamin Franklin si intrattenne a Venezia per quasi un anno.

Pochi Veneti sanno che… il primo orologio a ingranaggi fu fatto a Padova.

Pochi Veneti sanno che… Salieri è Veneto.

Pochi Veneti sanno che… il pianoforte fu inventato a Vicenza nel XVIII° secolo.

Pochi Veneti sanno che… la parola più diffusa al modo, “ciao” è Veneta.

Pochi Veneti sanno che… “Schiavoni” erano dei soldati Dalmati e Istriani a servizio dei Veneti.

Pochi Veneti sanno che… la Repubblica Veneta esisté per più di 1100 anni .

Pochi Veneti sanno che… l’Istria e la Dalmazia sono Venete, non italiane.

Pochi Veneti sanno che… Cipro si chiamava Famagosta, ed era Veneta.

Pochi Veneti sanno che… Pietroburgo fu fatta da due architetti Veneti.

Pochi Veneti sanno che… nel 1866 diventarono italiani con l’imbroglio del referendum farsa.

Pochi Veneti sanno che… nel Congresso di Vienna del 1815 furono svenduti all’Austria.

Pochi Veneti sanno che… che l’inizio dei lori mali fu la nascita del nano corso chiamato Napoleone Bonaparte.

Pochi Veneti sanno che… che il primo Stato al mondo ad abolire la schiavitù, ufficialmente, fu la Serenissima nel XVI° secolo.

Pochi Veneti sanno che… la storia del “Fornaretto di Venezia” fu una storia inventata dai Francesi nel 1797 per giustificare la guerra contro la Repubblica Veneta.

Pochi Veneti sanno che… Galileo Galilei per scappare all’inquisizione si rifugiò in Veneto.

Pochi Veneti sanno che… il Santo patrono è San Marco.

Pochi Veneti sanno che… la parola Veneto, vuol dire popolo mite.

Pochi Veneti sanno che… più grandi artisti del Barocco e Rinascimento erano Veneti. (Tiziano, Palma il Vecchio, Giorgione, Canaletto, Tintoretto, Bellini, Mantegna, Veronese, ci vuole un libro per elencarli tutti)

Pochi Veneti sanno che… le campane suonano a mezzogiorno per la vittoria dei Veneti contro i Turchi nella battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571, dove si fermò l’avanzata islamica verso l’Europa.

Pochi Veneti sanno che… il famoso “Galateo” fu scritto nell’abbazia di San Eustachio del Montello a Treviso.

Pochi Veneti sanno che… hanno una vera cultura millenaria.

DOC- luca martinelli -stampa libera
DOC-STAMPA leone marciano 1700

 status de Giorgia Andreuzza.

12 de março de 2012

IL LEONE DI SAN MARCO


La simbologia del leone di san Marco deriva da un'antichissima tradizione delle Venezie, secondo la quale un angelo in forma di leone alato, avrebbe rivolto al Santo, naufrago nelle lagune, la frase: «Pax tibi Marce, evangelista meus. Hic requiescet corpus tuum.» (Pace a te, Marco, mio evangelista. Qui riposerà il tuo corpo.) preannunciandogli che in quelle terre avrebbe trovato un giorno riposo e venerazione il suo corpo. Il libro, spesso erroneamente associato al Vangelo, ripropone proprio le parole di benvenuto del leone e, nella maggior parte delle rappresentazioni veneziane, si presenta aperto recando solitamente la scritta latina «PAX TIBI MARCE EVANGELISTA MEVS»
Bisogna ricordare anche che lo stesso san Marco, rappresentato in forma di leone, è tipico dell'iconografia cristiana derivante dalle visioni profetiche contenute nel versetto dell'Apocalisse di san Giovanni 4, 7. Il leone è infatti uno dei quattro esseri viventi descritti nel libro come posto attorno al trono dell'Onnipotente ed intenti a cantarne le lodi, poi scelti come simboli dei quattro evangelisti. In precedenza questi "esseri" erano stati descritti dal profeta Ezechiele nel suo libro contenuto nella Bibbia ebraica. Il leone è associato a Marco in funzione delle parole con le quali inizia il suo Vangelo in riferimento a san Giovanni Battista:
« Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio.
Come è scritto nel profeta Isaia: "ecco, io mando il mio messaggero davanti a te, egli ti preparerà la strada.
Voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri". »
(Vangelo secondo Marco 1,1-3)
Il Battista vestiva nell'immaginario cristiano una pelle di leone e la frase evangelica della voce che grida nel deserto richiamava l'idea di un ruggito nel deserto.
Il leone simboleggia anche la forza della parola dell'Evangelista, le ali l'elevazione spirituale, mentre l'aureola è il tradizionale simbolo cristiano della santità.
Tuttavia il simbolo leonino esprimeva anche il significato araldico di maestà e potenza (tratto quest'ultimo sottolineato soprattutto dalla coda felina alzata), mentre il libro ben esprimeva i concetti di sapienza e di pace e l'aureola conferiva un'immagine di pietà religiosa. La spada, oltre al significato di forza, è invece anche simbolo di giustizia e difatti è ricorrente nelle rappresentazioni, antropomorfe e no, della Giustizia.
Erano dunque simbolicamente presenti tutti i caratteri con cui Venezia ama pensare e descrivere sé stessa: maestà, potenza, saggezza, giustizia, pace, forza militare e pietà religiosa.
Numerose le interpretazioni simboliche possibili riguardo alla combinazione tra spada e libro:
il solo libro aperto è ritenuto simbolo della sovranità dello Stato (numerose le raffigurazioni dei dogi inginocchiati davanti a tale rappresentazione);
il solo libro chiuso è invece ritenuto simbolo della sovranità delegata e quindi delle pubbliche magistrature;
il libro aperto (e la spada a terra non visibile) è ritenuto popolarmente simbolo della condizione di pace per la Serenissima,in realtà un falso storico perchè non è suffragato da alcuna fonte storica
il libro chiuso e la spada impugnata è invece popolarmente, ritenuto simbolo della condizione di guerra,ma è un falso storico dell 1800 ,il libro aperto e la spada impugnata sarebbe infine simbolo della pubblica giustizia.
Tuttavia tali interpretazioni non sono universalmente accettate in quanto la Serenissima non codificò mai i propri simboli rappresentati in modo assai vario. Rare, ma presenti, sono anche raffigurazioni del leone privo sia del libro, che della spada, che talvolta dell'aureola (soprattutto nella rappresentazione statuaria).
Non rare le raffigurazioni in cui il leone poggia le zampe anteriori su una terra in cui spesso compare anche una città turrita e quelle posteriori sull'acqua: tale particolare rappresentazione intendeva indicare il saldo potere di Venezia sulla terra e sul mare.
doc- stampa vettor carpaccio -leone andante 1516 -palazzo ducale
doc- il leone di san marco -storia p.c



Mattias Von Der Schulenburg

Le Meretrici Venete del 1500



LE MERETRICI VENETE "prostitute" DEL 1500

Il mestiere della meretrice nello stato veneto era assai diffuso,basti pensare che nella sola capitale venezia nel 1509 ve ne erano censite ben 11654 con regolare permesso,di cui 210 erano cortigiane oneste (cioè coloro che offrivano i loro servigi alla classe nobile ,vivendo nel lusso come nobildonne ) poi vi erano le abusive.

PERCHE' LE MERETRICI VENETE PORTAVANO I CALZONI SOTTO LA GONNA ?

molti studiosi lo spiegano con motivi professionali :eclettismo di prestazioni,cosi potevano concedere prestazioni sessuali come "uomini" e come donne,non a caso le stampe dell'epoca che raffigurano le meretrici con i pantaloni dimostrano che si trattava di un abito tipico ,che più di un travestimento ,consisteva quasi di due abiti sovrapposti,sopra alle braghe,una gonna che finiva col riprodurre un abito femminile. doc-v. palumbo doc- foto archivio arsenale venezia

Mattias Von Der Schulenburg

11 de março de 2012

San Marco il Patrono di Venezia e il suo Simbolo



Era l'828 d.C. quando la Repubblica di Venezia elevò San Marco come Patrono della Città, ecco che il leone alato diventò simbolo politico della Serenissima. E oggi è il logo indiscusso di Venezia.
Il Leone Marciano ha in Piazza San Marco la sua apoteosi, se ne contano ben quindici così collocati:
• 1 sulla Torre dell’Orologio
• 1 sull’Arcone centrale della Basilica
• 2 sul Campanile
• 1 sulla Porta della Carta assieme al Doge Foscari
• 1 nel Poggiolo di Palazzo Ducale con il Doge Gritti
• 1 nella Colonna posta sul Molo (verso Palazzo Ducale)
• 2 nella Piazzetta chiamata perciò detta dei “Leoncini”
• 4 sul sarcofago di Daniele Manin
• 2 sul cancello bronzeo della Loggetta del Campanile

IL SANTO A VENEZIA

Il 25 aprile è l'unica data rimasta per festeggiare questo Santo che è tutt’uno con la città di Venezia mentre anticamente nella Serenissima era festeggiato solennemente il 31 gennaio (dies translationis corporis) giorno dell'arrivo in città delle sante spoglie dopo l'avventuroso trafugamento da parte dei veneziani in Alessandria d'Egitto nell'anno 828 d.C.:
- Il 25 aprile (giorno del martirio e rinascita ultraterrena)
- Il 25 giugno (giorno del ritrovamento del Santo corpo)
Ritrovamento perché quando le reliquie arrivarono a Venezia fu subito eretta una chiesa in suo onore che nei secoli successivi fu più volte rifatta, sia nel 968 che nel 1094. Durante il susseguirsi dei lavori nella Basilica, si perse l'ubicazione delle reliquie e si racconta che al terzo rifacimento, il Doge Falier abbia indetto un lungo digiuno nella speranza, pregando, di ritrovarle. La leggenda vuole che durante queste preghiere si sia sgretolato un pilastro dal quale apparve un braccio di San Marco indicante l’ubicazione della sua sepoltura. Da quel momento le spoglie di San Marco furono collocate sotto l'altar maggiore, dove si trovano tuttora.

LE LEGGENDE DE EL BOCOLO
Tantissime sono le leggende legate a questo Santo venerato dai veneziani e proprio da una di queste l'usanza di regalare in questo giorno un bocciolo di rosa rossa "bocolo" alla persona amata, tradizione che nessun maschio veneziano infrange.

1) Secondo una di queste, durante la fortissima mareggiata che, come narra Marin Sanudo, colpì Venezia nel febbraio del 1340, un barcaiolo riparatosi presso il ponte della Paglia fu invitato a riprendere il mare da un cavaliere.
Durante il tragitto verso la bocca di porto, il barcaiolo fece sosta a S. Giorgio Maggiore e poi a S. Nicolò del Lido. Raggiunto il mare aperto, i demoni che spingevano l'acqua verso Venezia furono affrontati e battuti dai tre Santi cavalieri: Marco, Giorgio e Nicolò. Sconfitti i demoni, San Marco affidò al barcaiolo un anello, da consegnare all'allora doge Bartolomeo Gradenigo perchè fosse conservato nel Tesoro di San Marco.

2) Un’altra riguarda la storia del contrastato amore tra la nobildonna Maria Partecipazio ed il trovatore Tancredi. Nell'intento di superare gli ostacoli dati dalla diversità di classe sociale, Tancredi parte per la guerra cercando di ottenere una fama militare che lo renda degno di tanto altolocata sposa. Purtroppo però, dopo essersi valorosamente distinto agli ordini di Carlo Magno nella guerra contro i Mori di Spagna, cade ferito a morte sopra un roseto che si tinge di rosso con il suo sangue. Tancredi morente affida a Orlando il paladino, un bocciolo di quel roseto perché lo consegni alla sua (di Tancredi, non di Orlando) amata.
Orlando fedele alla promessa giunge a Venezia il giorno prima di S. Marco e consegna alla nobildonna il bocciolo quale estremo messaggio d'amore del perito spasimante. La mattina seguente Maria Partecipazio è trovata morta con il bocciolo rosso posato sul cuore e da allora, gli amanti veneziani usano quel fiore come rappresentativo pegno d'amore.

3) Nella seconda metà dell'Ottocento (864-881 N.d.r.) Orso I° Partecipazio era Doge di Venezia. Sua figlia amava, riamata, un giovane bello e coraggioso ma di umile famiglia, ragione per la quale suo padre non ne voleva sentir parlare. La ragazza allora consigliò all'innamorato di andare a combattere contro i Turchi(1), in modo da riscattare con la gloria delle imprese le sue umili origini. In breve i racconti sul coraggio e sulle eroiche gesta del giovane giunsero ovunque, finché un messaggero portò a Venezia un fiore ed una triste notizia: il giovane era caduto colpito a morte in combattimento. Prima di morire tuttavia questi trovò la forza cogliere un bocciolo da un cespuglio lì vicino e chiamare un compagno d'armi facendogli promettere di consegnarlo all'amata in segno di un amore e di una fedeltà che nemmeno la morte avrebbe potuto spezzare. Nel raccoglierlo il bocciolo si macchiò del sangue dello sfortunato giovane, tanto da renderlo rosso... come le rose che ancor oggi si donano.

4) Secondo altra leggenda la tradizione del bocolo discende invece dal roseto che nasceva accanto alla tomba dell'Evangelista. Il roseto sarebbe stato donato a un marinaio della Giudecca di nome Basilio quale premio per la sua grande collaborazione nella trafugazione delle spoglie del Santo. Piantato nel giardino della sua casa, il roseto alla morte di Basilio divenne il confine della proprietà suddivisa tra i due figli. Avvenne in seguito una rottura dell'armonia tra i due rami della famiglia (fatto che sempre secondo le narrazioni fosse causa anche di un omicidio), e la pianta smise di fiorire. Un 25 aprile di molti anni dopo nacque amore a prima vista tra una ragazza discendente da uno dei due rami e un giovane dell'altro ramo familiare. I due giovani s’innamorarono guardandosi attraverso il roseto che separava i due orti. Il roseto accompagnò lo sbocciare dell'amore tra parti nemiche coprendosi di boccoli rossi, e il giovane cogliendone uno lo donò alla ragazza. In ricordo di quest’amore a lieto fine, che avrebbe restituito la pace tra le due famiglie, i veneziani offrono ancor oggi il boccolo rosso alla propria amata.

Particolare venexiano, il bocolo è anche dono che in quel giorno i figli usano fare alle mamme.

doc-utimi veri venexiani
doc- stampa leone marciano da u. v. venexiani



Mattis Von Der Schulenburg